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LA TORRE DI GLOVER
Tra le già tante materie tecniche, affinché si avesse la netta consapevolezza del diploma che si poteva conseguire e la conseguente responsabilità di essere dei futuri, buoni geometri, venne introdotto lo studio della chimica che applicata a certi criteri tecnologici certamente diventava componente importante sia sotto il punto di vista espresssamente informativo professionale e, per chi ne avesse fatto uso anche pratico.
Ovviamente durante il percorso formativo, per noi studenti era materia ostica, difficile, valutata come materia da destinarsi agli specialisti di studi analitici e medici; ma essendoci stata affibbiata ci siamo adattati ad accettarla attraverso le elaborate , quasi incomprensibili lezioni di un professore inviato dall'Italia e più esattamente da Roma (puro romano con tuttre le peculiari caratteristiche che lo distenguevano).
Fin dal primo impatto con il nuovo professore, noi studenti, con dovizia, intuito ed estrema malizia, rilevammo che il prof., ferme restando le sue indelebili caratteristiche di vero romano; in effetti era una persona accettabile sia caratterialmente, sia come insegnante con la propensione di essere elastico con noi giovani, esuberanti studenti. Una delle caratteristiche era rappresentata dal fatto che il prof., quelle poche volte che aveva la pretesa di insegnare chimica, entrava in classe, si sedeva alla scrivania, apriva il libro di chimica e dopo aver letto "qualcosa", si precipitava alla lavagna dove elaborava un'infinità di formule che sembravano geroglifici e nello stesso tempo in perfetto dialetto romanesco cercava di spiegare ciò che aveva esposto alla lavagna, senza quasi mai girarsi verso la rumorosissima classe, che in quelle occasioni faceva di tutto, tranne che ascoltare la lezione.
Quelle rare volte che, esasperato si girava, era perchè la classe era diventata una sorta di bolgia infernale con il baccanale che ne seguiva. Girandosi diceva : "ma stateve boni, se continuate me fate venì er mal de core"!!!.... Breve pausa per poi ricominciare a rumoreggiare, certamente indifferenti delle conseguenze cardio-circolatorie del professore!!!....
Altra caratteristica era che spiegava, spiegava, spiegava e non interrogava mai o perlomeno lo faceva a sorpresa. Rammento di una volta che si incaponì a spiegarci come veniva prodotto l'acido solforico, aggiungendo che il vero processo per la produzione dell'acido avveniva in una zona posizionata in un complesso macchinario (non ricordo il nome) e, questa particolare zona veniva chiamata "Torre di Glover", avendo preso il nome dall'inventore inglese Ser. Glover.
Dopo svariate, accorate spiegazioni per farci assimilare il concetto del processo chimico, il prof., un bel giorno entrando in classe, apre il registro sceglie a caso un nome e chiama il malcapitato per l'interrogazione. (aggiungo che non pretendeva che gli studenti si avvicinassero alla cattadra) Pertanto il compagno si alza a fianco al banco in attesa dell'interrogazione e il prof. : "parlame dell'acido solforico". Il ragazzo perfettamente all'oscuro, trasecola, sbianca in volto; quindi dondolandosi sulle gambe e cercando di assumere un atteggiamento di sicurezza, si gira prudentemente verso di me che gli stavo di spalle e mi sussurra "suggeriscimi". Apro il libro al capitolo dell'acido solforico e a bassissima voce comincio a borbottare qualche indicazione. Il compagno che a malapena riesce a percepire qualche mio suggerimento, farfuglia qualcosa, facendo credere al prof. di aver studiato la lezione. Questi lo incita soddisfatto di andare avanti e all'improvviso chiede : "ma me sai dì in che zona der macchinario, se trova la Torre de Glover"???..... Il compagno, rivolto sempre a me, preoccupatissimo : "dimmelo, dimmelo"!!!.....
Io, che ne sapevo meno di lui; sebbene con il libro aperto non ho la percezione di suggerirgli la posizione esatta della "torre". A mia volta mi rivolgo al mio compagno di banco che con sorriso ironico e sarcastico mi suggerisce : "digli che si trova a Londra". Cosciente di dover dire una "bestilità", suggerisco : "a Londra, a Londra"!!!....
Il compagno è perfettamente confuso mi chiede conferma, ed io : "sì, a Londra, a Londra"!!!..... Finalmente dopo un rilevante silenzio interrotto solo dall'incitamento del prof. , il compagno sbotta : "ahhh, sì professore, ora ricordo; la Torre di Glover, si trova a Londra"!!!!!...........
Scoppia una fragorosa risata e il prof. : "tu me fai venì er mal de core, perchè nuun hai capito niente, siedete e beccate sto due".
Vincenzo