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la rotta fluviale degli Zar
da Mosca a San pietroburgo
crociera sul Volga
di Leonardo
(8-19 agosto 2010)
Quest’anno per le vacanze estive decidiamo di muoverci per tempo. Di solito ci affidiamo sempre a soluzioni last minute, ma questa volta optiamo per una prenotazione anticipata con la speranza di risparmiare un po’.
Insieme al solito gruppetto di amici esploriamo il web alla ricerca di mete nuove ed economiche.
Troviamo su Google un’offerta per una crociera fluviale sul Volga da Mosca a San Pietroburgo di un’agenzia di Milano, SanPietroburgo.it (http://www.sanpietroburgo.it) . Si tratta di un tour operator che si occupa esclusivamente dei paesi dell’Ex Unione Sovietica e offre la possibilità di prenotare questa crociera con largo anticipo e con un considerevole risparmio di denaro (se prenotiamo entro il 31 dicembre paghiamo 1390 euro a persona, invece di 1740 euro a persona se si prenota più avanti). Ne parlo con gli altri, i quali sono entusiasti, sia per la possibilità di un tale risparmio, sia per la destinazione a tutti sconosciuta: nessuno di noi si è mai spinto al di là dei confini europei.
Telefoniamo all’agenzia per avere informazioni anche sui documenti necessari per la Russia (oltre al passaporto occorre anche un visto di entrata) ma ci assicurano che si occuperanno loro di tutte le procedure e pratiche per l’ottenimento del visto consolare: noi dovremo soltanto inviare a Milano i passaporti, una fototessera e i nostri dati personali.
Rassicurati, dopo qualche settimana, decidiamo di prenotare. Nel frattempo facciamo la richiesta dei passaporti in Questura.
Dopo qualche mese ci contatta l’agenzia per proporci l’operativo volo e per richiederci i documenti per il visto.
Spediamo il tutto a Milano e dopo poco ci rimandano i passaporti con il “famoso “ visto per la Russia: ora il viaggio si sta facendo davvero concreto.
In seguito i rapporti con l’agenzia SanPietroburgo.it sono puntuali e precisi: tutto procede per il meglio.
Siamo quasi pronti per partire quando a Mosca scoppia il problema degli incendi. I telegiornali in Italia descrivono la situazione come drammatica: la capitale russa è invasa dal fumo e gli abitanti sono costretti a girare con mascherine protettive perché è difficile persino respirare. Inoltre le temperature superano i 30° e il meteo non promette piogge; pertanto la situazione è destinata a peggiorare. Il sito della Farnesina sconsiglia di partire. Insomma una situazione apocalittica che ci spaventa non poco. Ci mettiamo in contatto con l’agenzia, la quale ci assicura che la situazione a Mosca non è così tragica: i loro corrispondenti nella capitale stanno accompagnando un gruppo di turisti italiani, i quali stanno rispettando il regolare programma di visite in città senza riscontrare particolari problemi né logistici né tantomeno di salute. L’unica cosa che dà più fastidio è il grande caldo umido che rende l’aria particolarmente pesante. Inoltre ci assicurano che l’aeroporto di Domodedovo, dove nei giorni precedenti c’erano stati problemi a causa del fumo, ha ripreso a funzionare tranquillamente e tutti i voli decollano e atterrano in orario.
In ogni caso le ragazze in agenzia ci assicurano che saranno disponibili anche domenica 8 agosto (il giorno previsto per la nostra partenza) per qualsiasi tipo di informazione dell’ultima ora.
Per maggiore sicurezza decidiamo di contattare anche la Farnesina, la quale ci comunica che non vi sono pericoli per la salute e il loro sconsigliare la partenza è indirizzato soprattutto a coloro che decidono di partire in questo momento e non a coloro che hanno un viaggio prenotato già da mesi.
Rassicurati su più fronti, prendiamo le valige e partiamo.
Domenica 8 agosto
Di primo mattino ci presentiamo all’aeroporto di Fiumicino e facciamo il check-in. Il personale della compagnia aerea ci informa che non vi sono problemi collegati al fumo e che i voli per Mosca operano regolarmente. Atterriamo all’aeroporto di Mosca in perfetto orario. Attendiamo qualche minuto per il ritiro bagagli e il transfer alla motonave: nel frattempo abbiamo modo di verificare di persona la situazione incendi. Nell’aria c’è effettivamente un po’ di fumo e il cielo è grigio; tuttavia l’aria non appare irrespirabile e, soprattutto, la gente non gira con mascherine come ritratto dai nostri telegiornali. Questo ci convince che la stampa italiana tende sempre più ad essere sensazionalista e a ingigantire le situazioni: si era parlato addirittura di pericoli legati alle centrali nucleari e un possibile ripetersi della tragedia di Chernobyl!
In ogni caso arriviamo alla nostra motonave e ci vengono assegnate le cabine. L’agenzia ci aveva avvertito che non erano le cabine dei grandi transatlantici (io personalmente avevo fatto già una crociera nel Mediterraneo) e, in effetti, sono proprio piccoline! Tuttavia sono accoglienti e, cosa più importante, pulite per cui ci sistemiamo al meglio: siamo pronti a iniziare il nostro viaggio e ancor più elettrizzati all’idea di conoscere dei luoghi per tutti noi insoliti. Infatti siamo tutti abituati a scegliere mete più classiche ed “estive”, anche se il termometro a Mosca oggi è probabilmente più elevato che in Sicilia!
Lunedì 9 agosto
La mattina mi sveglio presto: guardo fuori dalla finestra e vedo che il cielo è ancora grigio, ma sembra esserci meno fumo rispetto al giorno precedente. Un po’ di vento l’ha spazzato via. Prima di colazione leggo la guida di Mosca che mi sono procurato tramite l’agenzia SanPietroburgo.it per studiare un po’ l’itinerario previsto per la giornata di oggi. La nostra visita prevede il giro panoramico della città e la visita al Cremlino.
Dopo colazione prendiamo il bus che ci aspetta al porto fluviale e ci accompagna per un tour in giro per la capitale. Rimango personalmente incantato e quasi intimorito dall’imponenza di alcuni edifici in stile sovietico. Mosca mi colpisce particolarmente perché è molto diversa dalle città a cui siamo solitamente abituati; da questo primo giro comincio già a capire che sarà un viaggio molto affascinante e che mi darà anche più di quello che immaginavo.
Oltrepassando la Porta della Resurrezione, entriamo nella Piazza Rossa. La sensazione è davvero incredibile: d’un tratto si apre una piazza enorme con la splendida cattedrale di San Basilio sullo sfondo, con le sue cupole colorate, e la sagoma del Cremlino sulla destra, con il mausoleo di Lenin, venerato quasi come un dio dai russi.
La nostra guida ci racconta molte cose interessanti, tra cui il fatto che in russo la piazza si chiama “kransnaja” che oltre a voler dire “rossa” significa anche “bella”. E in effetti lo è.
Visitiamo anche il Cremlino che abbiamo sempre pensato come un edificio politico: invece all’interno delle mura vi sono moltissime cattedrali stupende e un’enorme campana fatta costruire da Ivan il Terribile.
La sera rientriamo sulla nave stanchi ma soddisfatti di questo primo assaggio di Russia.
Martedì 10 agosto
Oggi abbiamo a disposizione una giornata libera e decidiamo di recarci in centro città per visitarla liberamente. In particolare ci viene suggerito di visitare alcune stazioni della metropolitana, famose nel mondo, per i loro affreschi, statue e mosaici. Anche in questo caso rimaniamo davvero colpiti dalla particolarità e bellezza di queste stazioni e un po’ anche sorpresi in quanto non siamo abituati a collegare alle stazioni della metro delle opere d’arte.
Nel pomeriggio rientriamo sulla motonave perché la sera lasceremo la capitale russa in direzione di Uglich.
Mercoledì 11 agosto
Arriviamo a Uglich, una piccola cittadina della regione di Yaroslavl. Fa sempre molto caldo, ma nonostante ciò ci avventuriamo in una graziosa passeggiata per vie di questo piccolo centro fondato poco prima dell’anno 1000. Uglich non offre molto (visitiamo la Chiesa di San Dimitri e la cattedrale della Transfigurazione che è situata all’interno del Cremlino), ma ci dà la possibilità di addentrarci nella campagna russa. Infatti soltanto fino a ieri eravamo nella grandissima e caoticissima Mosca; ora l’atmosfera è molto più tranquilla e rilassante.
Rientriamo sulla nave e la sera salpiamo per Yaroslavl.
Giovedì 12 agosto
La motonave approda a Yaroslavl, la città principale dell’Anello d’Oro. La guida ci spiega che questo è il nome che viene dato a una zona situata a Nord Ovest di Mosca che racchiude alcune città di particolare interesse storico e artistico. Diverse centri fanno parte dell’Anello d’Oro ma il più importante è appunto Yaroslavl. Il centro storico di questa città è stato anche dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.
La nostra guida ci spiega, inoltre, che siamo stati particolarmente fortunati perché proprio quest’anno la città di Yaroslavl festeggia i suoi mille anni, essendo stata fondata da Yaroslavl il saggio, principe di Kiev, nel 1010. Questo ha fatto sì che la maggior parte dei suoi gioielli architettonici siano stati sottoposti ad un recente restauro.
Visitiamo la Cattedrale di Sant’Elia che ci colpisce per la sua bellezza sia esternamente (ha delle graziose cupole verdi) sia all’interno: infatti l’intera superficie della cattedrale è ricoperta di affreschi che raffigurano perlopiù figure di Santi. Dopo aver visitato le molte cattedrali di Mosca e quelle di Uglich, abbiamo avuto modo di apprezzare la tipica arte russa, fatta soprattutto di icone e iconostasi. Tuttavia rimaniamo sempre piacevolmente colpiti dalla sontuosità e dalla ricchezza di decorazioni e mosaici.
Ci rechiamo, poi, al Cremlino di Yaroslavl, il cui complesso costituisce appunto la parte più antica della città.
Occupiamo il poco tempo libero rimasto prima della ripartenza della nave facendo un giretto tra i negozi di souvenir alla ricerca di qualche regalino per i parenti a casa.
La sera ceniamo sulla nave e partiamo in direzione di Goritzy.
Venerdì 13 agosto
Questa mattina, contrariamente al solito, dormo più a lungo. Siamo ancora in navigazione e arriveremo a Goritzy in tarda mattinata.
Faccio colazione insieme ai miei compagni di viaggio e scambio due chiacchiere con la nostra accompagnatrice sulla nave che è sempre molto gentile e disponibile. Parliamo in particolare, del gran caldo che sta interessando la Russia; lei mi conferma che non si ricorda un’estate così calda. In effetti lei è molto giovane ma i giornali russi scrivono che questa è la seconda estate più calda che si sia mai registrata nel Paese.
Nel pomeriggio ci rechiamo in visita al Monastero di San Cirillo, un tempo uno dei luoghi più importanti della religione russa. Devo dire che questi monasteri sono davvero interessanti da un punto di vista architettonico e religioso, anche se visto uno sembra di averli visti tutti.
Verso sera rientriamo sulla nave e ripartiamo per l’isola di Kizhi.
Dopo cena io e Sergio assaggiamo al bar della nave un bicchierino di vodka: da quando siamo arrivati in Russia non l’abbiamo ancora provata e non possiamo lasciare questa terra senza gustare uno dei suoi prodotti tipici.
Il risultato è che appena tocco il letto crollo.
Sabato 14 agosto
Arriviamo nella piccola isola di Kizhi. Anche questa località è stata dichiarata “patrimonio dell’umanità” dall’UNESCO, devo dire a ragione. Infatti l’isola è davvero graziosa.
Ci troviamo sul lago Onega, uno dei più grandi della Russia (il più grande è il lago Ladoga che attraverseremo più avanti prima di arrivare a San Pietroburgo). L’isola che visitiamo è lunga circa 8 chilometri; questo arcipelago conta numerose unità alcune delle quali piccolissime (una misura addirittura 2 metri per 2!).
Con la guida visitiamo il museo all’aperto di arte lignea, molto interessante perché ci consente di immergerci nella realtà rurale russa.
Ritorniamo poi alla nostra nave dove ceniamo e salpiamo verso Mandrogy.
Domenica 15 agosto
Mi sveglio come sempre di primo mattino. La tappa di oggi prevede la cittadina di Mandrogy. Siamo particolarmente curiosi perché oggi ci aspetta un picnic al posto del pranzo sulla nave: si prospetta una giornata interessante.
Prima di partire faccio una telefonata a casa per fare gli auguri di ferragosto. Prima di partire avevo acquistato tramite l’agenzia SanPietroburgo.it una sim card russa: si è trattato di un consiglio molto utile in quanto con la scheda italiana avrei davvero pagato tantissimo.
Arriviamo a Mandrogy e visitiamo a piedi il paese. In realtà rimaniamo un po’ delusi quando la guida ci spiega che si tratta di un villaggio interamente ricostruito nel 1996. Tuttavia la visita è interessante e consumiamo questo picnic sulle rive del Volga.
Nel pomeriggio ci stacchiamo dal gruppo e decidiamo di fare una passeggiata per assaporare per l’ultima volta l’atmosfera campagnola russa, prima di rientrare in una grande città come San Pietroburgo. Rientriamo sulla nave. La sera l’ennesima cena a base di zuppe, anche se, devo ammettere, presentano una certa varietà (di pollo, di verdure, di trota,ecc). Alcuni miei amici si lamentano, ma io sono del parere che bisogna sempre adattarsi ai posti che si visitano, anche perché sarebbe ridicolo chiedere un piatto di pasta o una pizza. Nel complesso si può dire che abbiamo mangiato decorosamente.
Lunedì 16 agosto
La mattina mi sveglio ansioso perché finalmente oggi sbarcheremo a San Pietroburgo. Ho letto molto di questa città, soprannominata la “Venezia del Nord”, e tutte le opinioni di coloro che l’hanno vista sono sempre più che positive. Tutti parlano di una città magnifica, quasi fiabesca: oggi avrò modo di verificare di persona.
A colazione contagio anche gli altri miei amici con il mio entusiasmo tant’è che siamo i primi davanti all’autobus che ci deve portare a fare il giro panoramico della città.
Partiamo dal porto fluviale di San Pietroburgo che è situato nella zona sud della città.
Il tour in autobus tocca tutti i punti di principale interesse: la prospettiva Nevskij, la via principale della città, di cui ho spesso letto nei grandi romanzi russi.
Passiamo, poi, dal canale Griboedov, in fondo al quale si staglia maestosa la Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato, davvero stupenda. Ci fermiamo e scattiamo moltissime foto.
Al termine di questa lunga via giungiamo alla piazza del Palazzo d’Inverno che ospita il famosissimo Hermitage: colpisce da subito il colore verdino dell’edificio. Facciamo solo una breve sosta, in quanto visiteremo con calma il museo nella giornata di domani.
Ci rechiamo poi al teatro Mariinskij, famoso nel mondo soprattutto per i balletti russi: ci piacerebbe assistere a uno di questi, per esempio, a “Il Lago dei Cigni”, ma ci dicono che durante l’estate le compagnie russe sono spesso all’estero per le varie tourneè e quindi rimandiamo: sarà una scusa per ritornare in questa splendida città (magari d’inverno!).
Il giro in pullman prevede anche il passaggio di fronte al palazzo dell’Ammiragliato, l’incrociatore Aurora (quello che aveva dato il segnale d’inizio della rivoluzione bolscevica) e la fortezza dei Santi Pietro e Paolo. Qui ci fermiamo perché è prevista la visita all’interno del complesso che ospita le tombe degli zar. La guida di fronte alla tomba di Pietro il Grande ne approfitta per raccontarci in sintesi la storia della città. Infatti il nome Pietroburgo deriva proprio dal nome del sovrano che aveva fortemente voluto la costruzione della città, Pietro I. Egli voleva creare una nuova capitale per il Paese che si affacciasse sull’Occidente, per aprire la Russia verso l’Europa. Per costruire questa città vennero impiegati moltissimi uomini e mezzi, in quanto era una zona paludosa. Si trattò di un lavoro imponente durato alcuni anni. Lo zar fece arrivare in Russia i migliori costruttori, artisti e architetti europei. Tra questi spiccano anche alcuni italiani come Giacomo Quarenghi e Bartolomeo Rastrelli.
A pranzo, invece di ritornare sulla motonave, ci portano in un grazioso ristorante del centro, molto caratteristico e molto buono.
Nel pomeriggio abbiamo del tempo libero: decidiamo di visitare autonomamente la famosissima Cattedrale di Sant’Isacco. L’esterno è davvero imponente: sulla guida leggo che il costruttore si è ispirato alla basilica di San Pietro a Roma. In effetti la cupola, in particolar modo, richiama molto quella del Vaticano e non ha nulla a che vedere con le chiese in stile russo che abbiamo visto finora. Saliamo in cima. Da qui il panorama è davvero magnifico: si vedono tutti i canali e le isole sulle quali si è sviluppata questa splendida città. Guardando il fiume Neva mi viene in mente un altro punto di osservazione che potrebbe essere interessante: l’acqua. Dico, quindi, ai miei amici che se avremo tempo, potremo fare un giro sui canali della Neva. Loro sono entusiasti.
La sera, esausti, dopo questa prima giornata di “Piter” (come viene chiamata affettuosamente dai suoi abitanti San Pietroburgo) rientriamo alla nave. Cena e poi a dormire: domani ci aspetta un’altra giornata intensa.
Martedì 17 agosto
Il programma di oggi ha come fulcro la visita all’Hermitage, uno dei più famosi musei del mondo. Prima di partire mi sono documentato a lungo in quanto mi appassiona molto l’arte in genere e questo museo raccoglie opere interessantissime provenienti da tutto il mondo e realizzate dai più svariati artisti.
La nostra guida è molto brava e ci invita a soffermarci sulle maggiori opere. Per quanto riguarda la scultura abbiamo l’occasione di ammirare “Amore e Psiche” del Canova; per la pittura c’è solo l’imbarazzo della scelta: il “Suonatore di Liuto” del Caravaggio (sempre fenomenale nei suoi giochi di luce), la “Madonna col bambino” di Leonardo (anche detta “Madonna Benois”). E poi tantissime opere della scuola francese, su tutte “La Danza” di Matisse, ma anche i “soliti” Renoir, Monet, Cezanne, ecc.
Vediamo anche alcuni quadri interessanti di Pablo Picasso, ma quello che ci colpisce più di tutto di questo museo sono le sale. Infatti il palazzo che oggi ospita uno dei musei più importanti del mondo era un tempo la residenza degli zar di Russia, il famoso Palazzo d’Inverno. E’ quindi, il simbolo, della ricchezza smisurata che questi sovrani possedevano: alcune stanze ci stupiscono con il loro lusso sfrenato (vediamo oggetti in oro e malachite).
I nostri occhi luccicano ancora al ricordo di ciò che abbiamo visto.
Nel pomeriggio decidiamo di staccarci ancora una volta dal gruppo e fare una passeggiata sulla prospettiva Nevskij, vicinissima all’Hermitage. Mi viene subito in mente la canzone di Battiato solo che io non “incontrai Igor Stravinsky”, ma solo moltissimi turisti e pietroburghesi alle prese con lo shopping.
Verso sera ritorniamo sulla nave. Anche questa seconda giornata pietroburghese ci ha sfiniti, ma siamo molto contenti di ciò che abbiamo visto. In particolare sono sempre più convinto che sia stata un’ottima scelta scegliere questo tipo di viaggio.
Mercoledì 18 agosto
Oggi il risveglio è un po’ malinconico. Infatti, anche se domani saremo ancora a San Pietroburgo, le giornate di visite terminano oggi: l’ultimo giorno, infatti, è dedicato esclusivamente ai preparativi per il rientro. Peraltro il nostro volo è di primo mattino, quindi sbarcheremo dalla nave molto presto per dirigerci all’aeroporto.
Tuttavia voglio ancora godermi questa splendida città per l’ultima volta. Il programma di oggi prevede la visita al palazzo di Caterina a Pushkin, una località non lontana dalla città.
Questo palazzo, realizzato dall’architetto italiano Bartolomeo Rastrelli, è una delle residenze estive degli zar. Anche in questo caso, forse ancor più che per l’Hermitage, ciò che colpisce è lo sfarzo esagerato e lo stile fin troppo barocco. La guida ci dice che furono utilizzati più di 100 kg d’oro per decorare le stanze del palazzo!! Vi sono, poi, sontuosi lampadari di cristallo e, soprattutto, la famosissima Camera d’Ambra, interamente ricoperta di pannelli di ambra. Quella che vediamo, però, non è l’originale; infatti durante la seconda guerra mondiale i tedeschi che invasero la Russia saccheggiarono la stanza e portarono via tutta l’ambra.
Nel 1979 il consiglio dei Ministri russo ordinò di ricostruire la Camera per riportare in vita questo antico splendore.
Al termine della visita ritorniamo in città dove abbiamo a disposizione del tempo libero. E’ l’ultima occasione per comprare qualche regalino da portare in Italia e passeggiare sulla prospettiva Nevskij.
La sera rientriamo sulla nave e ceniamo per l’ultima volta a bordo. Facciamo le valigie e andiamo a letto presto: domani ci aspetta una levataccia, purtroppo, per tornare a casa!
Giovedì 19 agosto
Sveglia di primo mattino e transfer all’aeroporto di Sheremetyevo. A malincuore si torna a casa.
A conclusione di questo diario voglio riportare le mie impressioni su un viaggio che mi ha particolarmente colpito. Innanzitutto devo ammettere che, nonostante avessi letto qualcosa sulla Russia prima di partire, non pensavo mi sarebbe piaciuta così tanto. Forse perché è un Paese molto diverso dal nostro e non ci aspettiamo che possa ospitare città così belle. Inoltre credo che quando si pensa alla Russia entrino in gioco molti luoghi comuni: su tutti il fatto che in Russia faccia freddo. Devo dire che il nostro viaggio è l’esempio più eclatante che non è così. Infatti si può proprio dire che abbiamo patito il caldo; non credo che neanche in Italia abbia fatto il caldo che abbiamo preso noi. E’ vero che si è trattato di un fenomeno del tutto straordinario e anomalo, ma difficilmente ci scorderemo quest’avventura anche per quello.
L’unica nota dolente è proprio quella degli incendi. Purtroppo il fumo a Mosca ha dato un po’ di fastidio, in particolare i primissimi giorni, anche se devo ammettere, non ci ha ostacolato nella visita alla città. Certo forse sarebbe stato più bello vedere la capitale russa con il sole, ma è stato bello anche così.
Un ringraziamento particolare va a tutto il personale della nave che sono sempre stati molto gentili con noi e, soprattutto, a Roberta e Martina dell’agenzia SanPietroburgo.it che con le loro rassicurazioni nei giorni precedenti la partenza hanno fatto in modo che partissimo e non ci perdessimo un viaggio davvero magnifico. Se, infatti, avessimo dato retta alle notizie (eccessivamente!) allarmanti che davano in Italia non saremmo partiti.